curiosità stroriche padovane  1°

COL FORTE E COL PlANO E'TUTTA UN'ALTRA MUSICA

Modificare l'intensità del suono sembra un concetto banale ma questa variazione, rendere un suono "pesante" o "leggero", non era possibile con l'utilizzo di strumenti antichi. Si potevano pizzicare le corde per far emettere loro suoni ma per variarne l'intensità fu necessario attendere il pianoforte, 0 meglio il suo predecessore: il fortepiano. Da una modifica al clavicembalo, il signore del repertorio musicale del XVII e del XVIII secolo, da una sua "costola" nasce questa nuovo strumento che rivoluzionerà la musica assumendone una posizione centrale, anche se il cambiamento non sara immediato. L'inventore del fortepiano e Bartolomeo Cristofori, padovano, che a 360 anni dalla nascita viene celebrato su Google che gli dedica un doodle. Con il doodle si può suonare forte o piano la melodia della Corale della Cantata 147 di Johann Sebastian Bach, e avere nell'immediatezza di un clic la percezione del cambiamento tecnologico al suono favorito dall'invenzione di Cristofori. Artigiano finissimo nato dall'unione di Francesco e Laura, Bartolomeo fu battezzato nella chiesa di San Luca Evangelista. Artefice di spinette ovali, liutaio e cembalaro, l'artigiano andò a bottega da Nicolò Amati che lo prese come apprendista a Cremona. Ma è a Padova che sviluppa la sua arte e che la sua fama cresce, tanto da permettergli di conoscere un grande estimatore di strumenti musicali: Ferdinando De' Medici. Figlio dell'allora granduca di Toscana, Cosimo III°, Ferdinando età appassionato di pittura e architettura, ma possedeva anche pili di un clavicembalo di cui era ottimo suonatore. Verso il 1688, durante uno dei suoi viaggi nell'Italia settentrionale incontro cosi ipotizzano alcuni storici Bartolomeo e gli commissiono alcuni strumenti. Inoltre lo nomina addetto alla manutenzione dei suoi strumenti, e l'artigiano dalle mani d'oro tenne in ordine i clavicembali della collezione di Ferdinando nella residenza invernale di Palazzo Pitti e in quella estiva a Pratolino.

Un nutrito carteggio mediceo testimonia l'attività fiorente di Cristofori, impegnato nella costruzione e nel trasporto di strumenti, dalle spinette ai clavicembali oltre a organi e strumenti ad arco. Fra le varie commesse, Ferdinando non manco di richiedere al padovano la creazione di un nuovo strumento che percuotesse le corde invece di pizzicarle. Sulla base dei prototipi cui aveva lavorato in terra patavina, Cristofori, nel 1709, costruì il primo "cembalo col piano e forte", e nel 1711 questa sua invenzione fu presentata ufficialmente da Scipione Maffei anch'egli lavorava alla corte medicea -suI «Giornale dei letterati d'Italia», e fu battezzata «gravecembalo col piano e col forte». Cristofori continuo a lavorare alla corte dei Medici anche dopo la morte di Ferdinando, anche se in seguito alle difficoltà economiche della corte inizio a vendere Ie sue invenzioni all'estero, continuando a perfezionare i fortepiani e collaborando con Giovanni Ferrini, che sarebbe poi diventato uno dei pili importanti costruttori di questo strumento. Alcuni esemplari furono acquistati dal re del Portogallo e dalla regina di Spagna Maria Barbara, ma la sua diffusione nei primi anni di vita si rivelo limitatissima. Tra i tre fortepiani di Cristofori giunti fino a noi spicca quello del 1722 appartenuto a Benedetto Marcello, e poi al fratello Alessandro, che lo lasciò in eredita alla cugina, la contessa Lucia Cittadella Rapti. Infine passa ai conti Giusti di Padova, e ora è conservato nel Museo degli strumenti musicali di Roma. Gli altri due, anch'essi in legno di cipresso, uno del 1720 e l'altro del 1726, sono conservati rispettivamente a Lipsia, al Museo degli strumenti musicali dell'università, e uno a New York, al Metropolitan Museum

Come il pianoforte moderno, il fortepiano produce suoni grazie a corde percosse per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. Rispetto al moderno pianoforte e interamente in legno e giusto qualche struttura interna in ferro, pertanto la tensione delle corde e la sonorità sono inferiori e la timbrica del tutto diversa. Tuttavia si tratta dell'evoluzione della stesso strumento. La caratteristica nuova per l'epoca del fortepiano e la possibilità di "pesare» la pressione del tasto: questa permise l'apertura di nuovi orizzonti espressivi per gli artisti, che durante la seconda meta del Settecento abbandonarono il clavicembalo in favore di questo nuovo, duttile strumento. Ma non attecchì immediatamente e ci vollero cinquant'anni per diffonderlo a sufficienza per poi divenire il mezzo espressivo prediletto dei maggiori esponenti della musica del Settecento e dell'Ottocento, come Mozart, Haydn, Beethoven. Da11850, in seguito alle modifiche e alle invenzioni della prima meta del secolo, divenne quel che oggi definiamo "pianoforte moderno», dopo pili di cent'anni dalla morte del suo inventore. Cristofori mori a Firenze il 27 gennaio del 1732, nel territorio della chiesa di San Jacopo tra i Fossi, e fu seppellito a Santa Croce. Un'ultima curiosità: esiste un'unica immagine del cembalaro padovano. Un ritratto in piedi accanto a uno strumento a tastiera, tiene in mana un foglio con lo schema della meccanica a martello e la scritta "Bartholomaeus Cristo!', e sullo sfondo, da una finestra, si scorge Firenze. L'autore del ritratto e sconosciuto, e l'opera fu distrutta nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo un periodo di oblio, verso la meta del XX secolo il fortepiano e tornato in voga per merito di musicisti specializzati nell'esecuzione filologica della musica settecentesca.

 


[I ritratto di Bartolomeo Cristofri, che fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.
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da "...Forse non tutti sanno che a Padova..." di Silvia Giorgi - Newton Comption editori